Sì, mi chiamo, non è me, ma il mio nome è Lucia. La storia mia è breve, a te la ossetta ricamo in cose fuori. Son tranquillo, amico, ed è il mio svago fargillo rose. Mi piacciono quelle cose, che non si dolce pallia, che parlano di amor, che parlano d'aria. Che parlano di sogni e di chimere, quelle cose che a nome poesia. Lei mi intende? Sì. Mi riclamo a dovere, e perché? Non so. Solo mi fai il pranzo da me stessa, non vado sempre a messa. Ma prego sai il signor, vivo sola, soletta. Hai una bianca cameretta, guardo sui tetti e in cielo. Quando vien lo scello, il primo sole è mio. Perché mi faccio dalla terra, è mio. Il primo sole è mio. C'è un foglio, un vasso, una rosa, foglio, foglio allo sveglio, come c'è in Dio il profumo del fiore. Ma i fiori che ho faccia in me, i fiori che ho faccia in me, non hanno odore. Altro di me non ne saprei narrare, sono la sua vicina, e la vien fuori d'ora importunare.