Favola d'autunno
Principe d'orchestra
Forse non tutti sanno che il pianoforte un
tempo non era affatto uno strumento simpatico.
Il credere di essere bello,
intelligente e sensibile lo portava ad eseguire motivetti arroganti
che lo allontanavano gradualmente dall'armonia di tutta l'orchestra.
Meglio un piano solo,
che male accompagnato,
chi suona per sé suona per tre.
Il pianoforte in realtà suonava davvero bene,
era in grado di eseguire ritmi degni del miglior
percussionista della giamaica e melodie
al pari di un tenore ottocentesco.
Nelle
armonizzazioni poi nulla aveva da invidiare a Ravel,
quello del famoso bolero.
Il legno e gli ottoni lo ascoltavano con molta ammirazione,
ma a causa della sua superbia non riuscivano proprio ad amarlo.
Avrebbero voluto diventare suoi amici o
conquistare almeno un po' della sua considerazione,
ma lui ad ogni loro tentativo chiudeva
il suo coperchio a più mandate.
Un giorno intervenne musica,
che al cospetto di tutti gli strumenti proclamò
«Se il fine verso cui deve tendere l
'orchestra è il raggiungimento dell'armonia,
il pianoforte,
con il suo atteggiamento,
inibirà a tutti noi la strada del successo».
Sarò costretto a dargli una lezione.
Fu così che in una notte di luna piena,
musica con abile tocco di bacchetta gli strapò l'anima.
Il flauto,
che aveva assistito al terribile gesto,
con trillo di terrore risuonò.
«Maestà,
non lo renda muto! Senza di lui nessun concerto avrà senso!»
Bella però non volle sentir ragione,
staccò l'arpa dallo strumento e la
sistemò sul lato sinistro dell'orchestra.
Il pianoforte,
al risveglio dal suo notturno,
riaprì il coperchio e per sgranchirsi i tasti
cominciò a suonare i suoi quotidiani studi di tecnica.
Ma alla prima scala una sorpresa
del poco dissonante gli scopriò dentro.
Non riusciva a sentire alcun suono, né alcuna
vibrazione.
Provò ad arpeggiare un accordo, poi un trillo,
ma ciò che udiva era solo
un imbarazzante silenzio.
Non capiva se era lui ad essere diventato sordo o se era la
sua tastiera ad essere diventata improvvisamente muta.
«Mi sento come Beethoven» per consolarsi
pensò.
Smarrito cominciò a vagare tra il regno di musica alla
ricerca di qualcuno che lo ascoltasse o confortasse.
Con il passare del tempo si convinse che erano
gli altri ad essere diventati sordi e non lui.
L'estrema disperazione alimenta a volte codeste sciocche fantasie.
Se lo si incontrava per strada
con quella coda che per la vergogna nascondeva fra le gambe,
si faceva ormai
fatica a riconoscerlo.
La pena del contrabbasso si stava rivelando più crudele del previsto.
Ora sì che era diventato un piano solo.
Ormai non gli appartenevano più quelle scritte a
caratteri cubitali sui manifesti dei concerti.
Cadde in una profonda depressione e dal teatro
non volle più muoversi.
Decise quindi di celarsi per sempre
dietro le quinte e piange alla coperchio
serrato fino a sciogliersi e per poi disperdersi
in quel tempio che un giorno ormai lontano lo
aveva celebrato principe d'orchestra.
In un tardo pomeriggio autunnale la sua
crisi divenne tanto più profonda che pianse
così incesantemente di inondare il teatro con
le sue lacrime.
Il flauto allarmato trillò a tutto l
'equipaggio attenzione attenzione slacciate
le cinture e indossate il salvanotte posto sotto
i leggi e in arrivo dalla primavera di Vivaldi.
Il temporale!
Ma alcuni lacrimoni del pianoforte scivolarono
sul palco attraverso un incavo andando a fermarsi
tra i pedali dell'amata arpa.
Costey per simpatia cominciò a vibrare una
lunga teoria di arpeggi che lo avvolsero in
un tenere caldo
abbraccio d'amore.
Musica,
spettatrice di quel miracolo,
non poté che comuoversi.
Decise quindi di porre fine alla punizione e con gesto perentorio
ordinò all'arpa di rientrare nel cuore dello
strumento per restituirgli così l'inimitabile timbro.
Al
suono di una sarabanda il pianoforte promise con
solennità di cambiare e di aprirsi all'amicizia
poi scodinzolando chiese alla regina
consenso di sposare la bella arpa.
L'amerò e la suonerò finché musica ci sarà,
tanto emozionato.
Al sì,
sussurrato dalla regina,
i due strumenti presero posto nel cuore
dell'orchestra.
Da allora innamorati vissero per sempre felici e cantanti.
Musica
Đang Cập Nhật
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