Noi siamo gli altri, quelli con basse aspettative,
quelli che hanno conati di pile, ma che non si accontentano mai.
Noi siamo gli altri, ci puoi trovare nudi sopra i palazzi,
noi che rischiamo di sembrare pazzi, e poi finiamo quasi sempre nei guai.
Noi siamo gli altri, l'altra faccia della medaglia,
che rifiutiamo di andare in battaglia, e siamo oltre le tifoserie.
Noi siamo quelli, quelli abbandonati, quelli indifesi, quelli bombardati,
e quelli che sperano fino alla fine in quello che non c'è.
Che non c'è.
Per vivere sotto a questo cielo, che sembra ormai impossibile,
la nebbia ci confonde, non sai più a chi credere,
e sembra inutile esistere così.
E vivere.
Vivere, senza più veleni, senza più vipere,
senza più la nausea nelle notti.
Vivere, e mani libere, per riuscire a ridere dei guai.
Noi siamo gli altri, e crediamo ancora nelle canzoni,
ed aspettiamo le rivoluzioni, ma chi li ha viste mai?
Noi siamo quelli, quelli sempre in minoranza, l'alternativa alla vostra arroganza.
Noi siamo gli altri, e crediamo ancora nelle canzoni, ed aspettiamo le rivoluzioni, ma chi li ha viste mai?
Noi siamo gli anti-eroi, e siamo liberi, i liberi pensatori.
Siamo i figli, siamo i genitori, che non si arrendono mai, mai.
Ma siamo anche quelli calpestati, quelli derisi, quelli mancanellati,
quelli che inseguono fino alla fine, quello che non c'è.
Quello che non c'è.
Per vivere sotto a questo cielo, che è sempre più impossibile,
la nebbia ci nasconde, non sai più a chi chiedere,
e sembra inutile resistere così.
Per vivere sotto a questo cielo, che è sempre più impossibile,
la nebbia ci nasconde, non sai più a chi chiedere,
se, se, se, ma vivere, niente più veleni, marcelli di lucciole,
nemmeno più la nausea e le notti acide, e mani libere,
e riuscire a ridere dei guai, a ridere dei guai.
Se, se, se, ma vivere sotto a questo cielo, che non si arrendono mai, mai.