Sempre su una corda sospesa nel vuoto quel matto,
il matto,
con due grandi ali bianche legate alla schiena lassù,
stava su
come un
angelo
senza peso,
sempre in aria, trenta metri anche più.
Poi svanì all'improvviso, saranno due anni,
tre anni,
il matto svanì.
Svanì,
non si sa, nessuno sa dove è andato,
è la fine di un film,
di un sogno che niente
ci lascerà.
Niente si dirà, niente rimarrà,
solo un matto,
forse tra le stelle c'è un
angelo che sulla corda va.
Sempre sulla strada,
con trombaccio,
filo e tamburo,
Gelsomina,
somigliava a una bambina,
i suoi occhi dona a Zampano,
lo adorò.
Fango e polvere,
la sua vita,
lo seguì come la sposa di un re.
Poi sparì all'improvviso, saranno due anni,
tre anni,
la sposa svanì.
Svanì,
non si sa, nessuno sa dove è andato,
è la fine di un film,
di un sogno che niente ci lascerà.
Niente
si dirà,
niente rimarrà,
Gelsomina,
forse tra le foglie,
correndo con Rosa,
sorriderà.
Forse tra le foglie,
correndo con Rosa,
sorriderà.