Trovo un sentimento nuovo,
la luce intonsa da un impendimento,
il filo di un discorso sano,
di chi non smette di cercare il club.
Dov'è che ho perso l'adesione?
Chi mi ha permesso l'evasione
dal malinterpretato avverbio
che ci imprigiona l'anima?
Un franco francamente vivo
lo incontro sul cuscino adesso,
all'alba del diciotto maggio,
sussurra e lascia tutto e segui...
...ti.
Ah,
ah, ah, ah, ah, ah...
Where is,
where is, where is, mi chiedo,
dove il mio limite?
Se posso sentire, se riesco ad amare,
senza la musica nell'imbrunir...
Un te di edo
domine
e ci sei tu,
lì sotto alle guglie,
tra neppie e castane.
Sorridi,
della mia ingenuità.
Altro sentimento antico,
racchiuso nei tuoi avvertimenti,
è rare nella prospettiva,
migranti come rondini,
che non si aspettano accoglienze nell'universo casa cosmica,
non c'è bisogno di approdare,
la vita ovunque dona.
Ancora, ancora...
Where is, where is,
where is,
mi
canti nel petto,
unisi tra lacrime miste,
silenzio i pensieri,
ascolto il pulsare del cuore che sa...
Un ne,
un ne, un ne, non riesco a dormire,
appari tu nel sogno brillante di lucido verbo.
L'avverbio
si manifesta qui.
A crona da guglia pare un crateri,
e l'omine persi che non sa non nire,
te vetti in tuo sonno,
rideri,
ascoltavi,
e solo a melano cercavi lo sole,
stringendo un cuscino io mi feci maci,
poi mi feci figlia che cerca il suo paci,
francozzo battini,
un'eccosa tua,
che torna vini,
che è meglio per te,
o sole per tutti,
ma ormai che ci credi,
non siamo cristiani per tutti stagioni,
se perde lo senno,
vivendo e cercando,
un cencio d'autunno,
l'anima d'amunno,
mi venno ogni cosa,
e a chia non taluna,
già sopra sicuro,
c'è la mia fortuna.
Cerco il sole,
ma non c'è...
Ti incontro,
nella stessa galleria,
dove ci siamo lasciati.