La verità negli ombre di due calici di vino,
le vanità degli altri mentre stiamo sul divano.
Non so come tu possa dire che sono un divino,
io che detesto i miei difetti e i pregi,
non li amo.
E resto chiuso in dei silenzi,
asserratura blindata,
vivo come mimetizzato dietro una barricata,
che poi finiamo a litigare proprio su una cazzata
e nessuno dei due si ricorda neanche com'è iniziata.
Io che ho l'asturda pretesa di continuare a darti,
riprove che il mio umore non ha sbalzi.
Fa certi giorni non so più a quale santo votarmi
e quando è così perdono e passo avanti.
E colleziono scusi assurde per i miei ritardi,
alcuni sono da galera ma mi grazie.
Per le mie assenze non so più come giustificarmi,
ma almeno dammi il tempo di mancarti.
Io e te,
insieme siamo un vero miracolo,
riuscito senza una peghiera.
Ora che in un'ele di pesce si è abbassano,
ti scrivo al nome di Candela.