Con
un foglio la mia penna, provo a scrivere di te,
ma non basta una parola per poterti dire che
un pezzo del mio cuore te lo sei portato via.
E mi ritrovo qui da solo, a respirare nostalgie.
Hai lasciato il tuo paese,
quando ancora ero un ragazzo,
per lasciare i tuoi problemi e fare un nuovo grande salto.
In quella valigia, così piccola e leggera,
le riempite di tuoi sogni, speranze e desideri,
volevi solo avere il tuo posto in mezzo al mondo,
un tetto un po' più grande,
una famiglia da allargare.
Ed hai sacrificato te stesso e la tua vita,
facendo resilienza alla xenofobia.
Passavi ore ed ore a lavorare duro,
per darci la certezza, quella di un futuro.
Ed hai pagato a caro prezzo,
espirando quella merda,
ma rattandola a tua anima,
con la tua esistenza.
Ma tu,
tu non sei mai partito.
Ti vedo in un riflesso,
guardando in un mirrore,
tu non sei mai partito.
Ma tu,
tu eri così fragile.
Tu avevi così di tanto da dare,
tu potevi ancora amare.
Tu potevi ancora amare.
Tu uscivi all'albachera,
era ancora buio pespo,
tornavi a casa stanco,
distrutto e non per questo.
Tu non rinunciavi a giocare insieme a noi,
il tuo regalo di Natale,
ancora da scartare.
Sai,
non dormo molto,
la notte mi tormento,
ricordo quelle volte,
quando non ti ho detto di quanto tu per me sia stato importante,
di quanto tu per me.
Ma levi tra la gente,
avevamo ancora tanto,
di più il tempo da passare,
avevamo ancora tempo,
per poterci abbracciare.
Non potevo immaginare quanto male possa far,
non vederti più tornare,
non vederti più imbecchiare.
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
Je me souviens, je n'étais qu'un enfant,
je comprenais pas encore le mots,
mais j'ai compris ton sourire.
Ma tu,
dove sei mai andato?
Ti vedo in un sacco di flesche,
guardo in un mirrore,
tu non sei mai andato.
Tu eri così fragile,
tu avevi il mondo frodo,
tu potevi ancora dare,
tu potevi ancora amare.
Tu potevi ancora amare.