Noi teniamo mare,
noi teniamo sole,
d'estate è sempre festa,
balliamo sotto il cielo blu.
Kilometri di spiagge,
chilometri di sogni che strisciano a fatica,
tra l'asfalto di
i suoi solchi i bambini si rincorrono,
rincorrono un pallone su un campo disegnato da due maglie
ed un portone.
Il pubblico è presente,
assiste non pagante,
spettatori insoliti,
tra vicoli
angoscianti sono cani abbandonati,
spesso troppo magri che vagano nel nulla,
li chiamano
randagi, randagi come noi,
che abbiamo radici là,
e vaghiamo in mezzo al mondo,
cercando
il nostro posto,
ma quella terra rossa ci richiamerà.
Noi teniamo mare,
noi teniamo sole,
d'estate è sempre festa,
balliamo sotto il cielo blu.
Noi teniamo mare,
noi teniamo sole,
d'estate è sempre festa,
balliamo sotto il cielo blu.
Suonan le campane delle sette chiese,
si riempiono le strade di monotone preghiere,
mentre sedute fuori sulle sedie impimini,
donne di altre epoche elogiano i nipoti,
che torneranno ma sentendosi a disagio,
in questo paradiso che continua a perdere pezzi,
incollati e poi nascosti dietro santi come pezze.
Noi teniamo mare,
noi teniamo sole,
d'estate è sempre festa,
balliamo sotto il cielo blu.
Noi teniamo mare,
noi teniamo sole,
d'estate è sempre festa,
balliamo sotto il cielo blu.
Questa terra è rossa come il sangue nelle vene,
questa terra è rossa come i suoi tramonti,
questa terra è ricca,
ridatele i suoi sogni.
Il sole non basta,
il mare neanche,
luci e dome non hanno speranze,
se questa terra perde
i suoi figli,
anche il futuro perde i suoi artigli,
e raggrappa se destini migliori per tutte le nuove
generazioni.
Non chiamano ancora il mezzogiorno,
ma più passa il tempo e più sembra un tramonto.
La terra rossa,
sangue in arabia,
c'è ancora speranza sotto la sabbia.
La terra rossa,
sangue in arabia,
c'è ancora speranza sotto la sabbia.