Tangami un po' col ditongo mio, cascami giù che poi ti tiro su,
un tango improvvisato e un po' fumé.
Rilongami un po' col ditongo tuo, gira su te che fai girare me,
con passo lento e malizioso, magari un po' gitono e temo de tango,
veloce qui sol partì.
Tango, nascosti dal seppare, tango.
Tangami un po' coi tuoi doci se vuoi, vuotami un po' la testa che non ho,
è un tango profumato di rosee.
Rilongami più da vicino e vedrai, un ballerino che non hai visto mai,
e chi romante un po' marziano, magari avvolte dentro un decolte.
Tango, furioso senza cliché, tango, dispesi sul canapé, tango.
Rilongami fino a domani però, violentemente io ti trascinerò,
con questo gioco un po' pandallo, nel vortice sprenato di un castello.
Tango, furioso senza cliché, tango, dispesi sul canapé, tango.
Nel vortice sprenato di un caschetto, tango, di raso e di lamè.
Tango, vizioso e un poco cosè, tango, nel fondo di revele.
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