10 gennaio 1942circola la bardelletta un po' tristese perdiamo siamo perdentima se vinciamo siamo perdutinon era certo un'Italiaquella che usciva dal risorgimentoe forse non l'è stata nemmeno durante il novecentotra nord e sudnotabilato, clero e contadose lo stato è stato uno tutto il restoil resto lacerato, il colpo finalefu una guerra mondiale, poi la rivoluzione russache fece tremare il mondo liberalere che aprirono al dittatoreche finse quell'unità usando propagandae terrore alla fine di quell'erroreche inizia questo raccontoquando un secondo scontro coinvolsetutto il mondo, quella storia la imparammo tuttisui banchi di scuola, ma su ciò che venne dopochi può dire l'ultima parolatutto inizia con la caduta del Duceun evento spesso frainteso come un merovoto di sfiducia e non due teledifferenti, parallele e convergentidi Vittorio e Manuele, i fascisti più opportunistientrambe conseguenti allo sbarcodei soldati alleati al rischio di esseretrattati dai nemici nei trattatidopo l'arresto del Duce governa Badoglioinsieme ai vertici militari nel consigliodel re Vittorio, gli stessi che poi firmaronl'armistizio di settembrefuggirono con il re da Romainvece di difenderla dai nazi che occupavano l'Italiamorirono migliaia, ciofaloni in ogni altra rappresagliamentre il generale Roatta nota come si mangia e dormelamenta che dopo la fuga è senza uniformema anche l'Italia ormai non è più uniformeil suo esercito è dissoltoil territorio suddiviso in due dal fronteil nord dello stivale occupato dai naziè dato al Duce liberatolo chiamarono Repubblica Socialema fu lo Stato che col bando Grazianiarruolò soldati mandati contro altri italianiossia i partigianile brigateGaribaldi, comunistele fiamme verdi cattolichegiustizia e libertàle azionisteun movimento vario e ben poco unitariotra chi vuole insurrezionee chi solo liberazioneuniti contro l'avversarioche li obbliga a nascondersi sui montiprotetti dai contadinima sempre pronti agli scontrio scovati per delle azionitorturati e fucilatied esposti in pubblicoper tenere gli altri ben sedaticome in piazzale Loretoa Milano agosto 4415 cadaveri esposti dopo il misfattoper questo fu proprio lìche la vendetta partigiananella stessa piazzafece macelleria messicanatornando al 43sono in tanti disorganizzatipartigiani e soldatiquesti ultimi abituatialla logica della guerrae non quella della guerrigliae come a San Martinoperde chi si stringe in poche migliaalcuni vogliono formare un esercito unitoma ogni attesafra il tempo al nemicoche mette in atto un uccidionon si contano violenzecasi di vita soffertaad ogni azione scopertacome Roma città apertama è questa esperienzache seleziona la resistenzaè la prima fasededicata alla sopravvivenzasaccheggi, assalti e depositidi armi e carburantee solo in primaveraper la guerra sarà rilevanteintanto a fianco alla resistenza armatacresce la resistenza di fabbricache è sempre più organizzatanel marzo 44lo sciopero generaleun primo segnalema è ancora l'aurorae finisce malegli alleati approvanola resistenzasospettosianche perché i comunistisono sempre più numerosiè passato l'invernoproprio il PGIcon la svolta di Salernoaccetta il re Badoglioed entra nel governonel mentre a Montecassinoi nazisti resistonoe sopra la lineacontinua il rastrellamentoterroristicoin via RasellaRoma è partigianala strageterribile e audaceche rende l'Aquilaancor più rapaceper ogni mortoben dieciprigionierifucilatifosse ardiatinea 335 esterminatipoi a giugnoRoma vi è liberatadagli alleatiad agostoFirenze insorgesenza e prima dei soldatifu un'estate di avanzatedi crescita partigiananascevano anche repubblichecome quella ossolanadestinate a fine estatea crollare col contrattaccocome l'illusione di vincerenel 44 si stavacome d'autunnosugli alberi foglima credendoche il vento fischiassedi essere alle sogliedi un avvenireche non è mai venutoin quell'autunnoil fischio è statopoi strozzatoe tutto è rimasto mutoSalòiniziò a crearereparti specialicome raposia repressioniantipartigianisempre più terrorepiani più violentie cosìl'appoggio contadinodiminuiscedopo i rastrellamentigli alleatia Bolognaa novembresi fermanoe col proclama di Alexanderle guerriglie terminanomancano i fondimolti lasciano i monti tristie giù in cittàaffrontano i rischidei gappistima il CLNvi è riconosciutodal governo a Sudaanche se gli alleatiin cambio dell'aiutohanno già ottenutola confermache alla finei partigianideporranno le armiciò che in Grecianon è avvenutoe cosìdopo il tramontoritorna una nuova auroracon la primaverala resistenzarinasce ancoraquesta voltacon molti più componentil'avanzata alleatae i moti del popolodivampano come incendinelle metropolivengono occupatigli impiantisalvandolidai nazistitra sogni bebrestiinfranti di consiglidi gestionepurazionespropria e collettivizzazionela forza cresceinsieme all'illusionein questo climache avviene l'insurrezioneè l'unico evento italianoin cui al centroc'è la popolazioneche ha rischiato la vitanon solo per la libertàma per quella giustiziache mancava fin dall'unitàno è troppoi partigiani limitizzine elimini i vizipensa all'eccito di Porciusin cui le brigate Osopposocialcattoliche italianeattaccate da brigate comunisteasservite alle Jugoslavepersero ben 17 partigianilì il vile traditorofu quello che torne di un mitoil comunismosmoltitoe nessuno pagò per quei reatiora capisciperché fu togliatia salvar criminali amnistiatinotu guardi le fogliee perdi l'alberoil bilancio non va falsatoda un caso isolatoper quanto barbaro in fondose l'amnistia fosse slavaed anti-italianacome mai fu estesacon l'egemonia democristianatu confrontie confondi casi singolicon un armadio della vergognacon settecento fascicoli impunitili trovi in tutti i partitima compiere gesti atrociper vent'anninon sono stati i miei mitima allora avevo ragionetu non fai storiografiaper te partigianisono eroi di una mitologiami stupisciche caduta di stileper chi ama la filosofiagiustificar l'omicidio genitileahtu credi forseche essendo solo verbalile violenze dei filosofisiano meno criminalima anche le parolesono manganellise elogiano i manganelli èciò che dimenticò Montanelliin ogni casonessuno nel CLNlo ordinòogni partitoescludendo il PCIlo deploròma sarà proprio la fiducianella giustizia legalea render poi le pure azionipoco più che un'illusionela prima inchiestasull'8 settembreè un viziosi indagasulla mancata difesa di Romama non sull'armistiziolimite posto da maniche non vogliono forsesporcare l'immaginedegli anglo-americanima Roatta fuggeprima di essere condannatoe poi negli anni della guerrafredda il suo casoviene archiviatoe così finirono nel nientei processi per i fratelliRossellicrimini di guerrae quell'8 settembrerimossocome le donne partigianeescluse dalle sfilate finalicome dalla storia ufficialecol fascismonon era certocrollato il patriarcatoe nemmeno il fascismoè in fondoè stato del tutto estirpatoin ogni casose anche nell'insurrezionela folla è stata guidatada un'illegale legge del taglioneio non evoco un tribunale eghelianoma non è di certo un casose il triangolo della morte è Emilianodove lo squadrismo agrarioaveva repressi i bracciantile vendette illegalicontinuarono anche più avantima questa è un'altra storiain cui il piombo ce l'hanno in tantianche la poliziache spara sui manifestantiun terribile pensiero mi prendeperché mi sono impegnato in questa lottaperché sono quiquando tanti più sani e forti di mevivono tranquillisfruttando la situazione in ogni modoripenso alla mia vita di studioal mio lavoro su Heidegger interrottoperché ho abbandonato tutto questo?mi ricordocon precisioneuna strada piena di sangueun carro con quattro cadaverivicini al monsottoil cantoniere che diceè meglio morireche sopportare questosìè allora che ho deciso di gettarmi allo sbaraglioavevo sempre odiato il fascismoma da quel momentoho sentito che non avrei più potuto viverein un mondo che accettava qualcosa di similefra gente chenon insorgeva pazza di furorecontro queste belveuna strana pacemia mammainvade l'animo a questo pensieroripeto dentro di menon potevo vivere accettando qualcosa di similenon sarei più stato degno di vivere