La pigione della stanza da pagare,
la foschia
dell'autunno sopra il mare,
il saluto del mattino era il grido di un gabbiano troppo in alto,
troppo solo,
chi lo sa?
Va
le sogni tutti dentro a un caffellato,
i pudori e le paure ormai disparte,
i tuoi indi all'amore erano grida di dolore,
ma io stavo tanto bene insieme a te.
Senti serena,
io ero serena,
serena come un cielo blu,
un fiume dentro ad un bicchiere,
bastava e poi c'eri tu.
Serena,
io ero serena,
poeti io e te,
il resto non contava niente,
non ci importava più.
Una stanza con le tende di velluto,
il tuo sogno di riuscire si è compiuto,
il saluto del mattino
e il telefono vicino,
la tua voce che mi dice come stai,
che vuoi che dica che va bene,
dir che ho tutto e non ho niente non conviene,
e quest'ansia di aspettare mi fa male,
fa pensare a quando stavo tanto bene insieme a te.
Senta serena,
io
ero serena,
serena come un cielo blu,
un fiume dentro ad un bicchiere,
bastava e poi c'eri tu.
Serena, io ero serena,
poeti io
e te,
il resto non contava niente,
non ci importava più.
Serena,
io ero serena.
Un fiume dentro ad un bicchiere,
bastava e poi c'eri tu.
Serena,
io ero serena,
poeti io e te, il resto non contava niente,
no,
non ci importava più.
Serena,
io ero serena,
poeti io e te,
il resto non contava niente,
non ci importava più.