Signore, sì, signori, io son pittore, ma non dipingo quadri di cartello.
Modestamente son lavoratore, allievo io non son di Raffaello.
Se una parete ha perso il suo colore, come una donna perde la beltà.
Signore, sì, signori, io son pittore, io son pittore e so come si fa.
Ma se ne passa una mano di vernice, che tutto nuovo al mondo fa sembrare,
è come il trucco sul volto d'un'attrice, la giovinezza spenta fa tornare.
Quel che col roso, col bianco non si vede, la gente vede lucido e ci crede.
Ma il pittore sorride perché sa quanta miseria la vernice coprirà.
E fu una donna che mi insegnò la scienza di ricoprire le macchie col colore.
Le macchie sporche della sua coscienza e le tenea nascoste in fondo al cuore.
Inganni, lusinghe, tradimenti hanno invecchiato il mio cuore in gioventù.
Nessuno crede più ai miei tormenti, ci bevo sopra e non ci penso più.
Ma se ne passa una mano di vernice, che tutto nuovo al mondo fa sembrare,
io me le infischio della gente che mi dice e guarda la mia giovane età.
E per quel pupo che era tutta la sua vita, la mamma invoca aiuto ma è finita.
E il pittore sorride perché sa quanta miseria la vernice coprirà.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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