Notte di città,
coi tacchi da rifare,
con lei non ti conviene sghezzare,
se ti segue pensa a scappare,
guarda dove vai,
ha in tasca una pistola ma è un po' nervosa e vada solo,
con un calcio spocca una vetrina,
no-no-no-no-no-no-notte,
con il giallo nei semafori suona tutto anche tanghi,
ma vorrebbe solo jazz per le strade, notte,
per rubare nelle macchine,
per entrare in un locale,
litigare senza poi pagare.
Dorme in un hotel,
si sveglia all'improvviso,
si mette qualche cosa a casa ed esce col suo
maledetto sorriso,
va per la sua via,
nei posti senza polizia,
con sé non ha mai documenti,
ma una cicca sempre spenta tra i denti,
no-no-no-no-no-no-notte,
con un letto da dividere,
per giocare in santa pace,
per ballare con un filo di luce,
notte,
notte buona per nascondersi,
per fare un salto alla stazione,
o perdere del tutto
la ragione.
Notte,
nella cabina di un telefono,
su un ponte di ferro antico,
disperatamente certo,
un amico, notte,
che si mette a farla stupida,
che si mangia le unghie legge,
e non sa che l'hanno messa fuori lecce.
Notte di città,
con un bucone con l'ant,
con un cappello a tese largo,
cammina a passi svelti da qualche parte,
notte di città,
che fa il suo mestiere,
tu vedi di non farti vedere,
ci mette per farti una lezione.
04:53