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Bài hát nati senza (outro) do ca sĩ Neima Ezza, 2nd Roof thuộc thể loại Pop. Tìm loi bai hat nati senza (outro) - Neima Ezza, 2nd Roof ngay trên Nhaccuatui. Nghe bài hát Nati Senza (Outro) chất lượng cao 320 kbps lossless miễn phí.
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Lời bài hát: Nati Senza (Outro)

Lời đăng bởi: 86_15635588878_1671185229650

La prima volta a Milano ne avevo quattro, ho lasciato il mio paese, ore di viaggioMia nonna mi dà un abbraccio, trattengo lacrime e piangoCasa del mio papo costruita con il fango Vengo a Milano, discesa a MalpensaC'è mio padre che mi aspetta, aspetta lo abbraccio in frettaCinque piani salgo a piedi, in quattro stretti in una cameraAncora zero problemi, va bene restiamo strettiIn effetti all'asilo avevo gli occhi un po' diversiI buchi nella testa taglio diverso dagli altriSe sapessi quanti pianti soffocavo sera tardiNon potevo far rumore, c'erano pochi metri quadriCapivo i miei dagli sguardi, più botte che giocattoliUn bambino uomo, più uomo dei miei coetaneiAvrei voluto fare cita e pure io alle elementariMa mancavano i money, mamma non mi va di andarciMamma mi riempie di baci, di abbracciLui era un po' severo, lo faceva per il bene abituarmiIl mondo che c'è fuori è un po' crudeleStavo nel cortile, mai uscito dal quartiereIl sabato poi insieme sul furgone di mio padreBancaralla del mercato, la mattina allambratePer il freddo doppie calze, doppie giaccheLabbra screpolate, fin troppo freddo l'invernoE troppo a calda l'estateOdiavo il suo lavoro, sai meritava meglioIl sabato alle sei a piedi, fino al parcheggioAl ritorno c'era sempre da raccontarsiStare bene dentro al male, in fondoEra la prassi, la domenica, lo zio in Santa RitaVedevo i miei cucini, Abi, Murat e RidaNel 2012 viene al mondo SofiaMia sora la piccola, mi ha cambiato la vitaMezzo ci voleva bene, dagli occhi lo si capivaStavamo bene con niente, in fondo bella famigliaMa le cose belle si sa che vanno viaMaledetto quel tumore che l'ha portato viaQuanto pianto, quanto piantoFinito le lacrime, sorrida anche da freddoBacio prima di andarseneNon c'è cura per un cancro, né cura ad una sindromeMia sorella dopo un anno, accettarlo è stato difficileSindrome diretta, l'ho cercata sopra il webFino a poco tempo fa, ma un antidoto non c'èLa scuola una pacchia, andavo a scaldare la sediaMeno male c'era Saba, portava bevuti a casaIo guardavo MTV, promettevo sempre a mammaUn giorno mi vedrete qui, un giorno lasceremo casaEra piena di muffa, mangeremo anche il tartufoSmetteremo bere zuppa riscaldata, non è buonaLa mia prima bocciatura, in prima media per assenzaE poi la scuola con la prof, hanno chiamato un'assistenteSociale, a casa iniziano i litigi peso con mio padreLi conosco le strade, primi furti e prime canneLa voglia di scappare, voglio iniziare col rapAffiz mi dice non mollare, questa va anche per teRipasa in pace frateNoi al centro educativo, scappatoi e dallo spirroLibri venduti agli braccio, con la scuola abbiamo chiusoLa prima volta in studio, con Gaber c'era ZizuNon sai quanto sorriso, giuro, non ci credevoS'era l'arco della pace, ma in testa c'era la guerraSpaccarsi di botte fino a finire per terraRubare i più ricchi per noi, sopravvivenzaNon è colpa nostra, ma siamo cresciuti senzaTante notti in casarma, notti sulla novantaDormivo per terra, molte volte su una bancaAndavamo in piazza Leucoco a cercare vestiti in marcaContrattare due euro, per poi comprarci una manoInizio a farmi i primi giriVendevamo un po' sperando di spostare chiliIl sogno di tutti, lavorare insieme a Jube e KiliFare un po' di impicci, consegnare busto in biciEsce essere ricchiUno, due, tre, il primo contratto mi fregaChissà perché mi son trovato il culo a terraSi fotta la musica, si fotta la carrieraLe cose vanno male, torno a vendere di seraPoi la cattura d'arresto, la voglia di andare all'esteroLo stato che mi è contro, la mia faccia sullo schermoE dopo i primi risultati, i primi versiti gratisI primi palchi belli tra hotel e ristoranteCi siamo muniti d'armi, più cresce la famaPiù nemici sono tanti, i primi certificatiLa Fimi che ci tagga per i dischi d'oro e platinoIo non vedevo l'ora di partire l'anno prossimoAspettavo l'estate per tornare da mia nonnaCi abbracciava forte, aspettava il nostro ritornoPrima che se ne andasse, ci ho parlato tantoMi ha detto, figlio lo coprimi, che oggi sono stancoIl giorno dopo già non c'era, maledetta quella seraSe n'è andata, venerdì, nel mio cuore un'altra crepa

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