Tu guarda se è possibile, bisogna fare qualcosa, scrive, adesso gli scrivo ioCaro direttore, scrivo con orrore e d'indignazione, capita sovente di incontrare gente senza cognizioneDi cosa è la vita, di cosa è la morte, della differenza, ma questo ha superato ogni regola, peccato, ogni minima decenzaVivo in una tomba, mini catacomba, sono morto ieri, qui dal campo santo, ora vi racconto molto volentieriSono trapassato, che erano le otto di ieri mattina, era già spuntato il sole, aveva già cantato il gallo, il vecchino e la gallinaMettono le punto, di tutto punto, i seppellitori, io gli do consigli, su come si avviene il nero, coi coloriPrivo di rimpianti, uno ha lunghi guanti, verso un dente d'oroIo gli mordo quella mano e lui con luiUn culo vigoroso, si dilegua, grida e giura di cantare il pane a casa sola, oraMorto vivo, nel cimitero, in tanta abusivaMorto vivo, nella città che mi sento emotivaMorto vivo, morto vivo di tePrima della messa, situazione besta e pianti da oberettaEra l'occasione per la narrazione di una barzellonaCe l'avevo pronta, quella che racconta, del carabiniereNel pauro d'imbarazzo, che si alleviva e spinge nella barra col sedereDice l'otticente, era un uomo retto e sotto gli attiviMa non si spiegava, per quale difetto, fossi morto vivoContano la cassa, tirano una rosa, la scelgo tra le ditaE provarci con la vedova, che viene tutti i giorni per parlare a suo marito, nonostante lui sia morto senza vitaMorto vivoNel cimitero, in tanta abusivaMorto vivo, nella città che mi sento emotivaMorto vivoNella città che mi sento emotivaMorto vivoMorto vivo di teCaro direttore, non mi dia ragione, sarò pure mattoMa mi duele dire, lei è connivente di questo misfattoIl giornale d'oggi pare l'illusione di buone creanzeNella pagina dei morti c'è un annuncio in cui l'uomo porge a tutti le più tristi condoglianzeMorto vivoNel cimitero, in tanta abusivaMorto vivoNella città che mi sento emotivaMorto vivoMorto vivo di te