Una borsa colore marrone filata fra un piede ed un altro,
con i soliti cinque minuti di cronico e dobbio ritardo,
barcollanni infantili fra un misto di gioia e di fretto imbarazzo,
ammassati si sfiorano deboli,
ingenui,
soltanti cappotti,
mai abbastanza stretti.
Tirirì tirirì tirirì tiririrata,
incrociare lo sguardo di un uomo per pochi
secondi innocenti,
con l'intento di entrare in silenzio negli
angoli della sua mente,
scoprir chiare e con passo felpato anche i suoi più nascosti
commenti,
lui che scende alla stessa fermata di sempre,
sì,
la stessa di sempre.
Tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso tattatattam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso eattatam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
oh no,
tirirì tirirì tirirì tiririrata.
Un sorriso rubato per caso un'anziana indagiata signora,
con il dito già pronta a schiacciare
pulsante alla prossima sosta,
e una schiera di pecore grigie si affretta davanti all'uscita,
impaziente di fronte al pensiero di scendere,
mmm,
è come evadere d'asse.
Tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso tattatattam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso eattatam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
oh no,
tirirì tirirì tirirì tiririrata.
Finestrine abbannati con stampi di mani e di nasi dovunque,
qualche traccia indelebile nera,
un pensiero rimasto fra i denti,
silenziosi discorsi taciuti alle sette di un freddo mattino,
claustrofobica voglia di scendere,
scendere,
scendere,
scendere,
scendere,
scendere,
scendere,
consapevole che ci dovrà risalire,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso tattatattam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso no,
tattam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
asso eattam,
tirirì tirirì tirirì tiririrata,
oh no,
tattam,
no,
tirirì tirirì tiririrata,
oh, tirirì tirirì tirirì tiririrata,
ehi,
oh no,
no,
no,
no,
no,
no,
no,
no,
no,
no,
no,