ĐĂNG NHẬP BẰNG MÃ QR Sử dụng ứng dụng NCT để quét mã QR Hướng dẫn quét mã
HOẶC Đăng nhập bằng mật khẩu
Vui lòng chọn “Xác nhận” trên ứng dụng NCT của bạn để hoàn thành việc đăng nhập
  • 1. Mở ứng dụng NCT
  • 2. Đăng nhập tài khoản NCT
  • 3. Chọn biểu tượng mã QR ở phía trên góc phải
  • 4. Tiến hành quét mã QR
Tiếp tục đăng nhập bằng mã QR
*Bạn đang ở web phiên bản desktop. Quay lại phiên bản dành cho mobilex
Vui lòng đăng nhập trước khi thêm vào playlist!
Thêm bài hát vào playlist thành công

Thêm bài hát này vào danh sách Playlist

Bài hát l'eredita di un cuore immenso (monologo) do ca sĩ thuộc thể loại The Loai Khac. Tìm loi bai hat l'eredita di un cuore immenso (monologo) - ngay trên Nhaccuatui. Nghe bài hát L'eredità di un cuore immenso (Monologo) chất lượng cao 320 kbps lossless miễn phí.
Ca khúc L'eredità di un cuore immenso (Monologo) do ca sĩ Đang Cập Nhật thể hiện, thuộc thể loại Thể Loại Khác. Các bạn có thể nghe, download (tải nhạc) bài hát l'eredita di un cuore immenso (monologo) mp3, playlist/album, MV/Video l'eredita di un cuore immenso (monologo) miễn phí tại NhacCuaTui.com.

Lời bài hát: L'eredità di un cuore immenso (Monologo)

Lời đăng bởi: 86_15635588878_1671185229650

Adesso te la racconto io una storia.
Il posto dove siamo nati era una fogna.
Ma non possiamo lamentarci perché c'è chi stava molto peggio di noi.
Non c'è mai mancato nulla.
Tranne...
Tranne loro.
I nostri genitori.
Sono scomparsi, spariti, uno dopo l'altro.
Non si sentivano pronti.
Avevano paura di un figlio.
Ti ricordi bene cosa successe?
Ti ricordi quel giorno caldo di luglio a Blackpool?
Il giorno prima c'era stata quella lunga
passeggiata con papà sul lungomare.
Era bello camminare a piedi nudi sulla sabbia bagnata
e vedere le impronte
dissolversi al passaggio delle onde.
E poi tutta quella schiuma che arrivava
all'improvviso.
E noi che facevamo a gara,
chi era il più bravo ad evitare l'acqua,
te lo ricordi?
E poi siamo saliti in alto.
In alto, sulla torre di ferro.
E da lì si vedeva tutto il paese.
Il mare,
le barche in lontananza.
E lì in cima tu hai detto a papà,
voglio stare con te per sempre.
E lui ti ha risposto che ti avrebbe
portato con sé nel prossimo viaggio.
Su una grande nave che
doveva attraversare il mondo.
Quando papà ci parlava dei suoi viaggi,
il nostro volto si
illuminava.
E in quei momenti abbiamo pensato che era bello avere un padre così.
Libero,
allegro.
E adesso lui era lì con noi per tutta l'estate.
Stare da soli con papà
che faceva le
boccacce,
scherzava e rideva con quella sua voce profonda ma allegra.
Pensa, giocare con lui tutto
il giorno e poi la sera andare al pub tra i grandi.
Arampicarsi sullo sgabello fino al
bancone,
provare a bere la birra dal suo
bicchiere e sporcarsi il naso di schiuma.
E poi la visita al grande molino al tramonto,
te la ricordi?
Il sole era un'arancia che si
schiacciava piano piano, non finiva mai.
Era tutto rosso.
Il cielo, le nuvole, gli scogli.
Tutto rosso,
anche dopo che il sole se n'era andato da un pezzo.
Erano stati dei giorni fantastici quelli.
E noi eravamo felici.
Felici.
Il giorno dopo suonarono alla porta.
Erano le tre del pomeriggio.
Vai tu, disse papà.
Era la mamma.
La mamma con il suo nuovo amico.
Uno che sorrideva,
sorrideva sempre.
La mamma disse che si era sistemata e che adesso era pronta.
Era finalmente
pronta a farci da madre.
Sono venuta solo per riprendere mio figlio,
disse.
E se ne stava lì
sulla porta,
braccia aperte,
con il suo grande sorriso.
Vieni, Johnny.
Vieni dalla tua mamma,
Johnny.
Sì, ma noi stavamo partendo, ricordi?
Noi dovevamo andare in Nuova Zelanda con papà,
avevamo deciso.
Allora papà la fece entrare
e si mise a parlare con lei.
Vieni anche tu,
le disse.
In quella terra c'è spazio.
Ci sono possibilità di lavoro.
Andiamoci insieme.
Ricominciamo da capo, io e te.
Andiamoce via da questo paese dove io non riesco a vivere.
Ma lei rispose che era finita,
finita,
era finita,
lo sapeva che era finita.
Quattro volte lo disse.
Fai quello che vuoi,
ma non portarmi via mio figlio,
è mio.
E allora cominciarono a urlare,
a insultarsi a vicenda.
E per un attimo tu sei riuscito a sentirti felice.
Sì,
felice che ognuno volesse stare con te,
che stessero addirittura litigando per te.
Ma più urlavano e più non si capivano.
E il suo amico sulla porta continuava a sorridere.
E allora tu ti sei sentito in colpa per quello che
avevi appena pensato.
Perché tu li avresti voluti tutti e due per te,
insieme, felici,
sorridenti.
Mentre quelli si stavano quasi picchiando,
facendoti sentire una marionetta,
un pupazzo, una specie di orfano.
E a quel punto papà ha fatto una cosa che non avrebbe dovuto fare.
Ti ha chiamato
e ti ha fatto sedere sulle sue ginocchia.
Sorrideva.
E tu hai pensato,
forse si sono messi d'accordo,
forse hanno fatto la pace
e l'hanno fatta proprio per me.
Invece papà ha detto,
decidi tu,
dai,
decidi tu, sei abbastanza grande,
decidi tu con chi vuoi stare, avanti.
E' vero,
eri abbastanza grande.
Avevi cinque anni.
E ci
hai pensato.
Sì,
hai pensato al mare.
Hai pensato alle grandi navi che salpavano dal porto di
Liverpool.
Hai pensato alle onde dell'oceano,
alle balene,
ai delfini.
Hai pensato alle storie
che papà ti raccontava per farti addormentare e hai risposto,
voglio stare con papà Freddy,
voglio stare con papà Freddy,
voglio stare con papà Freddy,
voglio stare con papà Freddy.
L'hai ripetuto fino allo sfinimento,
anche quando la mamma si è messa in mezzo e ti
ha chiesto,
con chi vuoi stare?
Johnny, guardami, guarda la mamma.
Voglio stare con papà Freddy.
A quel punto è stata lei a fare una cosa che non avrebbe dovuto fare.
Ha preso la porta
e se ne è andata.
Di corsa,
senza dire una parola,
senza guardarti,
senza nemmeno salutarti.
Non ha detto nulla.
Il suo amico gli ha aperto la portiera,
l'ha fatta salire e ha acceso
il motore.
E allora tu sei scappato.
Sei scappato dalle braccia di tuo padre,
hai corso fino
alla macchina,
hai aperto lo sportello,
ti sei aggrappato a lei e hai cominciato a piangere,
a piangere addirotto,
come non avevi mai pianto in vita tua,
ricordi?
Hai smesso solo quando
ormai eri a casa con lei
e tuo padre era rimasto lì,
sul gradino, davanti alla porta
di casa che guardava il cielo.
Te lo ricordi questo?
Te la ricordi la faccia di tuo padre
mentre ci vedeva andare via?
Tu hai dimenticato tutto.
Io mi ricordo ogni singola frase, ogni
sguardo
e mi ricordo persino la forma delle nuvole
che spuntavano dal finestrino mentre
ci allontanavamo per sempre da Blackpool,
dalla Nuova Zelanda
e da papà.

Đang tải...
Đang tải...
Đang tải...
Đang tải...