Angelo era e non avvia ali, santo non era e miracoli facia,
ce lo accianava senza cordi e scali e senza pedamenti né scinnea.
Era l'amore ilusso capitale e sta ricchezza a tutti la spartia,
turidru carnivali nominato e come a Cristo muriu ammazzato.
Cristo d'incelolo benediciu, ci disse figlio tu mori ammazzato,
a sciarali padroni armi addannati, ammazzano a cuboli libertati.
Arricchiu riposo.
Poveri, amoruso, li dormi in terra e li facci attridenti,
li mangia picca con l'usciato chiuso, lo tribunale di riperitenti,
e fici lega di staccarmi e puso, ed arma per luttare ai potenti.
Nel tuo paese esiliato e scuro,
uno la storia via, trovato un muro.
Disse all'Iornateri, tu sei nudo e la terra è vestuta a pompa magna,
tu la zappi e ci sudi come un muro e stai la dritta come una lasagna,
vedi la coda e dà il corpo sicuro allo padrone lì, vedi la gran fagna,
e tu che fusti ogni mattina all'angolo gli apri le mani ed arricchiti anche.
Dissi la terra e dì, culatravaglia,
turidru carnivali nominato e ci sudi come un muro, e stai la tritta come una lasagna, vedi la coda ed acorpus i curuli, patrone li vedi sacra magna, e tu che fusti ogni mattina all'angolo gli apri le mani ed arricchiti anche.
Pigliati li banderi e li zapponi, e prima ancora chi spuntassi l'arba,
fissero gonchi e scavarono fussoni.
A divento la terra natuaglia, viva di carni come una persona,
e sotto la russia di li banderi, parezion giganti ogni giornatera.
A divento la terra natuaglia, viva di carni come una persona,
e sotto la russia di li banderi, parezion giganti ogni giornatera.
E tra mare e castello, una gran cruci, si vitti da mattina all'arba chiara,
sotto la cruci un morto, e con la ceggi, lo chianto brutto di lo povere.
E tra mare e castello, una gran cruci, si vitti da mattina all'arba chiara,
sotto la cruci un morto, e con la ceggi, lo chianto brutto di lo povere.