L'han sentita lassù,
ma il tuo canto è qua.
C'è un cammino di cui la gente sa,
la gente non lo vede silenziosa lo percorre.
La tua voce è qua,
è ancora viva qua giù,
e riecheggia in ogni cellula del sangue
di ciascuno che hai accarezzato col cuore.
Ti
vedevo al di là,
con un occhio più in là,
con quel fare mai noioso e invidioso
di chi avrebbe tanto da insegnare.
Ti chiedevo chissà,
Roma di anni fa
ci tenesse al verde dei suoi colli,
al verde da cui c'è ancora da imparare.
Rispondevi così, caro amico pensatore,
la città eterna è un salice che piange,
sul tevere affonda le radici nella palude.
Una donna a cui direi io non posso possederti
e tu non fuggiresti via da me.
E pensavi oltre te
ogni cosa perché,
perché quelli come te, Francesc,
fanno terrore in quanto portatori di pace.
E cantavi per te,
fino al cielo per te,
trascinando mille anime nel vento,
per consegnare loro il tuo tesoro.
Ti accostavi con curiosità ad ogni diversità.
E ora,
ora ti vedo,
Francesc,
un fiore bianco che si è posato su due foglie.
E così,
è così che ti vedo,
Francesc,
un fiore bianco a galoppo su due foglie.
E così,
è così che ti vedo,
Francesc,
un fiore rosso a galoppo su due foglie.
A galoppo su due foglie.
Che si è posato su due foglie.
Un fiore rosso su due foglie.
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