Nel mio cuore scorre il tuo veleno,
oramai ne sono pieno,
frutto d'odio e amore scorca
dal tuo seno.
Ciò che mai ti ho ricambiato appieno,
questo è ciò che dici almeno,
ma odiarsi e amarsi
non è fare in vano un gesto estremo,
né domandarsi chi o cosa saremo,
per scordarci
ciò che siamo e poi bruciarci piano e piano,
fino a diventare senza remore,
cenere alla
cenere, polvere alla polvere, né più né meno.
Ti saluterò a lontano,
quando il sole sorgerà al mattino,
non c'è modo di buttarlo giù,
questo nodo in gola,
neanche una tua Philip Morris Blue,
la sollievo ora,
sono solo quando
tu sei sola,
altrettanto quanto tu sei sola,
sotto le lenzuola,
la gioia un impostora,
quando uno è insicuro e l'altro si innamora,
e se io sono un bimbo e tu non sei una signora,
d'abusivi in questo bimbo non si dimora,
si paga la mora,
è così che fai allora.
Ti saluterò a lontano,
quando
il sole sorgerà al mattino,
Vilo opportunismo per portarti a letto,
è la tua versione,
ma sai benissimo che non l'accetto,
una fuggì è una tua invenzione,
falso allarmismo per indurmi di getto ad una decisione,
precipita la situazione,
per te ci sono solo,
sì o no,
bianco nero senza in mezzo alcun colore,
e questo è amore,
e se questo dolore per un po' toglierà il pensiero ogni valore,
il tempo con sussiro si riperà il veleno e inietterà ragione.
L'arco si allenta,
ma la ferita non si rimagina.
Proverò a voltare pagina,
e vada come vada,
ovunque siamo,
starò dall'altra parte della strada e forse in vano,
se non ti sarai voltata,
io con un
gesto della mano, ti manderò un saluto da...
Ti saluterò a lontano,
quando il sole sorgerà al mattino,
ti saluterò a lontano.
E il mio cuore spoglie il tuo veneno,
oramai nessuno è pieno,
frutto l'odio e l'amore scolca dal tuo seno,
ciò che fai ti è ricambiato,
pieno,
con ciò che dici almeno,
ma odiarsi e amarsi non è fare,
ma fare un gesto estremo,
e domandarsi che cosa saremo,
per scordarci ciò che siamo e poi buciarci piano piano.
Adorre spuntà lo sole al mattino.