La storia è morta, dei morti rimangono le storieC'era una volta, volta la carta, ora sono in piùC'era una volta, ma una volta per tutteCon tutte le teste avvolte da un'altra voltaCeleste guarda su, ci sono soffitti anche sopra le stradeCreano echi dai quali le voci vengono doppiate, raddoppiateUn po' come se parlassero i soffittiE gli uomini muovessero solo la bocca stando zittiEd è in questo delay che non so nemmeno più che cosa mi manca di leiLei manca come la coscienza nello svenimentoCome la stabilità nel superamento di ogni sistema di riferimentoMentre il tempo presente è imperfettoE quando la luce in oggi non fa effettoPerdi l'unità come soggetto, l'identificazione dell'io come centroLa percezione alterata è copermicana, ma non si tratta dell'universoÈ un qualcosa che non è neanche più grandeSolo che non lo controlli e tu vuoi avere tutto sotto controlloTutto ok, ragazzo, noQuesta volta, beh, trippiParanoie, perché capire è morireEd è uno dei sensi in cui ti fai le storieCome il dottor Oblivion dopo l'omicidioIn video rimangono frammentiCome di una batteria in campionamentiCiò che conta è quindi l'armonia dei tuoi componimentiLa pre-core, insomma, esce dalla folliaL'io rinasce in senso musicale come polifoniaPiù che dare una storia con la moraleLa mia morale è campionare le altre storieChe storia, sono l'occasionatoreQuesta è la mia immaginazioneMa risalire la cascata dallo stagno richiede una tua creazioneL'opposto del nome, che non è silenzio, è flussoIl nome non sai più di chi èChi è io? Ding dong, chi è io?Voglio spiegarti che la noia è solo un sintomo di chiusuraSiamo sempre in attività, altro che nullaDai, apri, sono mulaÈ difficile creareE non perché ci sia troppo di già esistenteMa perché il già esistente ci frena troppo e quasi sempreAd esempio, a parte questo, non voglio far più nessun esempioChe mi coinvolga direttamente nei concetti che sto allestendoCamminando sul perimetro con cui gli umani delimitano rapportiCome bare da comprare prima ancora di essere mortiTocca essere forti per ridere in sto cemiteroMangiar cadavri come i cannibali per assolvirne carne e pensieroPer la scienzaQuell'assorbimento non c'era davveroMa anche se dentro all'evento per il quale il pensiero è un misteroInfatti tende al nuovo con l'esperimentoOgni razionalità è sfilata dal suo fuori che sta dentroCome i dialoghi platonici con i mitiLi ho finisci nelle storie e li individuo in certi ritiSolo pochi sanno quante dura l'arteChe non ci limita a fare ma anche a essere noi stessi opere d'artePer cheore Enter AdamanoTutto in un viaggio...Per chiore Enter Adamano RussatiTutto in un viaggio...Tutto in un viaggio...Grazie a tutti.