Questi vorrebbero uno schiavo, e che non vada lontano
Porto agli eccessi, siamo resti di sto degrado
Né poco, né troppo bravo, né scemo, né proprio savio
C'è un uomo che sia già uomo, ma credo ancora alle favole
Mi infasti disconosti, mecenati del lavoro
Che ti disconoscono se non ti automili per loro
Quindi sorridi con loro, ah quindi tu ridi con loro
Che mentre ridi, vivi senza decoro
Io non sono uno schiavo, e non accetto mio malgrado
L'equilibrio che ti impongono se non vuoi fare il ladro
Il bivio in cui ti pongono, da cui diste vorrei evitare
Fa leva sul tuo bisogno, accetta se vuoi mangiare dati gratis
Non vedo parche e carati, qui ci si affina le tasche più che i palati
E se la merda non la copri con la carta da parati
Non vestirti di soldi, resti tra i chiacchierati
Io non sono uno schiavo, che accetta le decisioni
Rigetta le frustrazioni, poi cerca motivazione
Uno schiavo, che corre dal suo padrone
Ogni volta che sente urlare il suo nome
Io non sono uno schiavo, che piange coi nervi a pezzi
Rimango coi piedi fermi, anche se tu vorresti avermi
Uno schiavo, nell'Italia del pressapoco
Non sono la tua pedina nel gioco
Punto la sveglia alle cinque, meno un quarto
Mi vesto in fretta e parto, trenta minuti nella nebbia
Arrivo giù al reparto, fa un freddo cane
Mi chiedo se per quello che qui tutti mi trattano come un cane
Passi, sposta quelle casse d'acqua sul pianeta
Allora, Ahmed, tu pensa ai congelatori
Africa, parlo con te
Pausa caffè, pago per primo
La signora alla cassa mi fa l'occhiolino
Poi non mi fa lo scontrino
Giù al supermarket è un delirio
Il bosco, l'accento, Lombardo, Sbraita
In Italia è tutto un casino
Mancano soldi, lui riduce il personale
Tutti bravi ragazzi, eh, niente di personale
Ritorno verso casa, che fa buio e le notizie
Dicono che alle banche è peggio che al supermarket
Meglio che trovo un modo di mettere a frutto l'arte
Oppure scompaio
Regola d'arte, futura parte
Io non sono uno schiavo
Che accetta le decisioni, rigetta le frustrazioni
Poi cerca motivazione
Uno schiavo
Che corre dal suo padrone ogni volta che sente urlare il suo nome
Io non sono uno schiavo
Che piange coi nervi a pezzi, rimango coi piedi fermi
Anche se tu vorresti avermi
Uno schiavo
Nell'Italia del pressapoco non sono la tua pedina nel gioco
Ah, che mi fai spesso, tu a chi hai cagato, cazzo?
Mi assumo per un mese, la roba è già cagata
Nella palazza
Di un bel paese a cui si funziona l'intralazza
E a rendere conto è che ci stasci sulle pazzia
Partiamo da un colloquio
O tipo per le crisi è già deciso
Da boffe e palle con un prologue
Stai a lamentare che sono tempo e pezzi questo tempo
Però vuoi mantenere una scelta in Europa?
Come metti il nome?
Come i soldi ci stanno?
Quanti contratti a norma?
Quanti guadagni fai?
Nessuno lo sa, è sempre la stessa storia
Le banche non faticano perché c'è pa' gloria
Che non parla?
Va' a casa, lo sento fottuto
Se ne è venuta la lingua, mezza e mutanda
Oh
Mi dispiace, non voleva essere in fama
Vai capo, ri capo, a porti e saluta
Io non sono uno schiavo
Che accetta le decisioni, rigetta le frustrazioni
E poi cerca motivazione
Uno schiavo
Che corre dal suo padrone ogni volta che sente urlare il suo nome
Io non sono uno schiavo
Che piange coi nervi a pezzi, rimango coi piedi fermi
Anche se tu vorresti avermi
Uno schiavo
Nell'Italia del pressapoco
Non sono
La tua pedina nel gioco