Stasera il mio amico lo trovi, filo di mente in bocca, alto disteso nell'erba ascoltiamo gli urli, pupazzi meravigliosi, svegliano piano il cotone, alla fine d'inverno è normale in campagna.
La ragazza ha le braccia scoperte, mi curvano il cuore, sceglierò la più svelta o la più impertinente, se stanco di via di silenzio pesante, cerco chi mi raccoglie e sere di vento.
Hanno sonno da sempre i soldati.
Sul treno che portano al mare l'acqua vince e spesso ritorna, l'amico non parla che tutto nel cielo ha trovato un bastone o le ride in margina trovi.
Ci pensi quest'attimo d'acqua, sarà già oltre il sambuco, fuma e io penso l'amore.
Un attimo d'acqua interrotto, il mio amico si fa grande, accordatore di uomini, se avesse solamente un po' più di orecchio.
Eravamo d'agosto mentucce, nelle sere di mille illusioni cadute, anche allora Carmigno mio padre amava la terra, io la brezza fra i cardi.
Oggi è ancora paura.
Ma non più dei morti, oggi molto è diverso, le strade consolate d'autunno, i cortili di fango, ma la voce non me la ricordo più.
Che troppe ne ho amate, solo in alto tuffate, nell'acqua ruffate, ho divise le mie nuvole.
E non si fermano mai.
Sono giorni colore di polvere, polvere di cento anni a venire, mi chiede di fermargli il tempo, è la notte, è d'intorno, non c'è più cascate.
La notte è di intorno, non c'è più cascate.
E' la notte, la notte, ed intorno, non c'è più cascate.
La notte è di intorno, e non ci sono più cascate.
La notte è di intorno, e non ci sono più cascate.
E la notte è di intorno, e non ci sono più cascate.
La notte è di intorno, e non ci sono più cascate.
E la notte è di intorno, e non ci sono più cascate.
Grazie per la visione!