come la notte,
come il giorno.
Mi augurarono la buonanotte e poi al risveglio il buongiorno.
Poi alla stanca la buonanotte e poi senza
pensarci troppo ecco di nuovo un buongiorno.
Quel senza pensarci troppo lo riconoscevo dai baci che
allungavano le labbra lungo tutto il tragitto che ci divideva,
sottolineandone per contro la lontananza.
Via Giuda la chiamavo io.
uno
sguardo allo specchio
un viso conosciuto,
un debole fischio all'orecchio destro e un'importante
macchia di sangue sul colletto della camicia che
indossavo ieri e che non ricordo di avere svestito.
Mi avvicino alla bilancia di precisione.
Il piatto è vuoto, strizzo.
Dalla camicia cola qualcosa che sembra non avere peso.
Cala e si posa come una goccia d'olio nell'acqua del
piatto che avrebbe dovuto scacciar via il malocchio.
La colata è compatta.
Controllo di nuovo.
La colata è compatta.
Accendo il fuoco sotto la moca.
Per cuoca che possa essere la mia voglia di ricordare,
un dolore alla mandipola mi suggerisce
di fuggire dalle credenze popolari.
Bevo il mio caffè.
Scentemente decido di portare le prove in
mio possesso dalla dottoressa del sangue.
Mi
spiego i dettagli.
Le racconto quindi la cosa del buongiorno e la cosa della buonanotte.
Aggiungo il fatto che non so davvero altro.
Le dico che sono lì per chiederlo a lei.
Al microscopio decrypta il messaggio.
Si vedono dei tizi per strada,
l'auto in panne e i loro giubbini catarifrangenti.
Si vedono dei tizi dentro un'auto attrezzata a giocare
al potere di decidere chi fossero le persone in panne.
Al di là dall'essere un uomo e una donna sul ciglio della strada,
abbiedati,
in panne.
Si vedono gli uomini del potere diventare seri.
Si vede un carro attrezzi.
L'auto viene portata via.
L'uomo e la donna sono
in panne.
Le donne seguono il flow.
Da bravi cittadini seguono la procedura.
E
gli altri due tornano al servizio del bene.
Sono concentrati e sorridono.
Ne
hanno viste di notti.
E quella notte hanno visto anche me.
I cercatori di
anima incrociano il mio sguardo.
Si fermano.
Vogliono parlarmi.
O almeno così
si vedono chiedere conferme al comando radio
Ora sanno il mio nome ma non sanno chi sono.
Ora che sanno il mio nome non sanno ancora chi sono.
Ora sanno il mio nome ma non sanno chi sono.
Si vede chiaramente che lì già il loro dovere vogliono scoprirlo.
Mi accompagnano dove dicono
loro.
Non si vede più molto.
Non si vede più molto.
Non ci sono più luci.
Non si vede più molto.
La dottoressa sussulta,
si muove goffa,
il vetrino cade ed il mio sangue si sparge tra i frantumi.
E dice e dice e dice che i frantumi non possono brillare di rosso.
Sostiene che i frantumi non possono brillare di rosso.
Non possono brillare di rosso.
Ma i frantumi ma i frantumi brillano di
rosso.
Possono brillare di rosso.